Il Nero d’Avola è sicuramente il vitigno a bacca rossa siciliano più importante. Un tempo coltivato prevalentemente nella provincia di Siracusa, oggi esteso in tutta la regione si trova ad essere il vitigno più coltivato nelle provincie di Agrigento e Caltanissetta.
Probabilmente il vitigno prende il nome dalla città di Avola in provincia di Siracusa. Di sicuro fin dal 1600 il vitigno è conosciuto per la sua uva di qualità. Alla fine dell’800 compaiono le prime origini del nome, da “calavrisi” a “caulisi”, ovvero in dialetto siculo l’unione di calea (uva) e e aulisi per Avola. Da qui è diventato Calabrese.
Altra teoria, non sufficentemente avvalorata, vorrebbe il vitigno originario dalla Grecia precisamente dall’isola Calauria. Ai primi dell’800 grandi estensioni di questo vitigno si ritrovano nella zona di Pachino e Vittoria e solo alla fine del secolo si diffonde in tutta la regione, anche se nella provincia di Siracusa continua a rappresentare l’unico vitigno coltivato.
I vini sono in genere di discreta gradazione alcolica, sostenuti da imponente acidità fissa e pH contenuto. Il suo quadro polifenolico, per la presenza degli antociani totali, ha valori elevati e il contenuto di polifenoli risulta buono La sua maturazione avviene in genere nella prima decade di agsoto, ma il suo accumulo zuccherino che risula regolare fino alla vendemmia che permette alle uve di raggiugere gradazioni zuccherine da medie a molto elevate.
Il grappolo parte da medio a molto lungo, da spargolo a compatto, con peduncolo da medio a lungo, da forma cilindrica a conica, con poresenza di 1-2 ali, anche molto sviluppate e in alcuni casi assimilabili ad un secondo grappolo. Gli acini da corto a medio, stretto, di forma elllissoidale largo, con colore della buccia blu/nero.
Alcuni studi hanno evidenziato tre diversi biotipi, sia per l’aspetto di fenotipizzazione, sia per gli aspetti morfologici, sia ancora per le caratteristicehe agronomiche ed enologiche. Vengono identificati come biotipo A nell’area della Sicilia centro meridionale, il biotipo B nell’area della Sicilia occidentale, il biotipo C nell’area della Sicilia sud orientale. Per la sua sensibilità alle muffe, predilige le esposizioni asciutte e ben ventilate. Esprime al meglio le sue qualità su suoli poveri e ricchi di calcare, che limitano naturalmente la produzione delle piante e donano vini con buona concentrazione di aromi e maggior finezza ed eleganza. Il vino ha un colore rosso rubino molto intenso, che con l’invecchiamento vira al granato. Il Nero d’Avola giovane, soprattutto se vinificato in acciaio, conserva un aroma piacevolmente fruttato d’amarena, prugna e more. Con l’affinamento in legno, il bouquet si arricchisce di profumi più complessi ed eterei. Al frutto si uniscono note terziarie di spezie, cuoio, carruba, liquirizia, cannella, sentori tostati e nuances balsamiche. Ha un buon corpo, un grado alcolico piuttosto elevato, con trama tannica morbida e un’acidità, che ne garantisce un buon potenziale d’invecchiamento.
Il Nero d’Avola si abbina molto bene con i primi piatti importanti della cucina siciliana, le carni rosse e bianche arrostite o grigliate. Le versioni più giovani e fragranti, possono accompagnare anche al pesce azzurro.