Sin dai tempi più remoti l’olio d’oliva è considerato alimento fondamentale soprattutto all’interno di quella che oggi è considerata la “dieta mediterranea”. Proprio rifacendosi al concetto di “dieta mediterranea” e al concetto di salute che ad esso si lega possiamo ben a ragione renderci conto del valore del nostro territorio, la Sicilia, da sempre crocevia di genti perché da sempre molto ambito. 

L’oro verde, del quale ci proponiamo di tratteggiare un po’ la storia e la vita naturale, nasce proprio nel territorio lambito dal mar Mediterraneo, e trova una delle sue massime espressioni proprio in Sicilia. Qui gli uliveti sono coltivati tanto in pianura quanto in collina e tra uliveti secolari e impianti giovani è la terza regione per produzione. Vengono coltivate tanto le cultivar che da questo luogo prendono il nome, come la Nocellara del Belice, l’Ogliarola, messinese, la Nocellara etnea, e la Tonda iblea, quanto il Biancolilla, la Cerasuola.

Se facciamo un passo indietro scopriamo che l’olio d’oliva viene coltivato dal 4000 a. C. e viene utilizzato tanto come unguento che come alimento o addirittura come farmaco e come combustibile per le lampade. La preziosità di questo frutto, l’oliva, è dunque inestimabile. 
Oggi come allora viene utilizzato con diverse funzioni, ma qui lo vogliamo ricordare nella sua funzione precipua: l’uso in tavola.
L’olio d’oliva è il miglior condimento per i cibi crudi, ma anche il miglior alleato come ingrediente da utilizzare per la preparazione dei cibi. 

Nella cultura post-moderna, in cui la velocità e soprattutto la mancanza di produttività sono assolutamente out, l’olio d’oliva specialmente nelle diete mediterranee è indispensabile sulla tavola quasi di tutta la popolazione, seppur considerato, in alcune aree geografiche, ancora oggi, un lusso.
La coltivazione dell’olio d’oliva, che oggi con gli impianti intensivi ha cambiato i suoi connotati, è come tutte le altre coltivazioni scandita dal lavoro e dall’attesa, attesa nel suo senso più proprio quale a-tendere, tendere verso, prepararsi dunque a qualcosa. Si prepara il terreno attraverso concimazioni e lavorazioni del terreno, si potano gli alberi, si attende dunque il raccolto. 

Giunti i primi mesi di ottobre, almeno nelle zone più calde, come in Sicilia, si organizza la raccolta dell’oliva, una bacca verde (in alcuni casi più grande in altri più piccola, a seconda della cultivar), si preparano le tende e gli scuotitori (in alcuni casi ad ombrello in altri a pettine) e così ci si incammina verso gli uliveti, dove con maestria e organizzazione si inizia il lavoro di raccolta che terminano nei moderni frantoi, dove le olive vengono molite nella maggior parte dei casi entro 24 ore dalla raccolta e il prodotto di questa spremitura viene conservata in silos di acciaio, a temperatura controllata, in cui l’olio riposa un paio di mesi prima di raggiungere il suo optimum.

Così nasce l’olio d’oliva, il prezioso prodotto di un anno di attese e lavoro che dopo qualche mese di riposo è pronto per essere gustato in tutte le pietanze dai piatti freddi a quelli caldi. 
Una Storia molto più che secolare che di generazione in generazione ha accompagnato l’umanità.