L’isola nell’isola

“Mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sol…
Lo sguardo spazia sul grande clivo della città antica, tutto giardini e vigneti…
verso l’estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi
il Tempio della Concordia, mentre a oriente stanno i pochi ruderi del Tempio di Giunone”
(Wolfgang Goethe)

Esistono  alcuni luoghi con un livello di attrattività maggiore rispetto ad altri dal punto di vista turistico. Esistono luoghi che spezzano il fiato, che generano bellezza.  Esistono luoghi in cui lasci l’anima. Tutto il percorso della strada si apre sul mediterraneo,  tra i fiumi Platani e Salso. Dal mare ai Monti Sicani e poi giù verso Punta Bianca. 

Al centro il sito Unesco dellla Valle dei Templi, il più imponente insieme monumentale di tutta la Magna Grecia. La Scala dei Turchi, la riserve delle Maccalubbe e di Monte Cammarata. Le miniere di sale e zolfo di Realmonte, Racalmuto e Comitini. La cattedrale di Agrigento o la Chiesa madre e del SS Rosario di Favara. I castelli di Palma di Montechiaro, Favara e Licata. E ancora i monasteri, la Farm Cultural Park e i piccoli musei che custodiscono la storia millenaria di questi luoghi e delle suoi genti. 

Al lungo elenco dei monumenti e siti da visitare fanno da cornice i prodotti della terra ed i loro trasformati. L’agnello Pasquale, la pasta riccia, l’extravergine di oliva, il vino, le feste religiose.
Quando il territorio offre tutto cio, le  strade e le rotte del vino generano attrazione a conferma che la vocazione turistica di un territorio può essere influenzata dalle azioni che l’uomo vi compie.